Con un comunicato stampa a data odierna, la Corte di Giustizia ha chiarito che può essere vietata l’immissione sul mercato europeo di prodotti cosmetici oggetto di sperimentazioni animali, anche se queste siano avvenute in Paesi estranei all’Unione.

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In verità, da anni l’Europa si mostra attiva per quanto riguarda la salvaguardia degli animali sfruttati in laboratorio.

Per quanto concerne in particolare i cosmetici, risale al 2004 il primo divieto alla sperimentazione animale, allargato nel 2009 ai test sugli ingredienti ed a cui è conseguita, nel 2013, l’assoluta proibizione al commercio, in ambito europeo, di prodotti comunque così testati.

Negli anni, l’Unione – anche stanziando svariati milioni di euro per la messa a punto di test alternativi per la valutazione della salubrità dei prodotti – si è dunque resa promotrice di un modello di sperimentazioni che ha sempre auspicato potesse ispirare anche i Paesi terzi .

Ciò nonostante, ancor oggi numerosi Stati permettono o addirittura richiedono la sperimentazione di prodotti ed ingredienti su animali da laboratorio.

E’ dunque in tale contesto che la Federazione Europea per gli Ingredienti Cosmetici ha recentemente ritenuto, in rappresentanza di fabbricanti di ingredienti testati su animali in Paesi ove ciò è consentito, di interpellare la Corte di Giustizia.

La federazione ha infatti richiesto alla Corte un chiarimento in relazione sia alla possibilità di immissione nel mercato europeo di prodotti realizzati con tali ingredienti, sia al rischio per gli importatori di incorrere per questo in eventuali sanzioni penali.

In risposta, la Corte ha chiarito che “quando tali sperimentazioni sono condotte fuori dall’Unione per consentire la commercializzazione del prodotto in paesi terzi e il risultato di tali sperimentazioni è utilizzato per comprovare la sicurezza del prodotto, l’immissione sul mercato dell’Unione di tale prodotto può essere vietata“.

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