Con L 238/16 il nostro Paese si dota di un Testo Unico del Vino.
E’ entrato in vigore lo scorso 12 gennaio il provvedimento che vuol mettere ordine alle svariate norme vigenti in materia vitivinicola presentandosi come unico testo di riferimento per gli operatori del settore.
il nuovo Testo Unico si preoccupa della salvaguardia del vino, della vite e dei territori viticoli che, intesi quali frutto di lavoro, competenza e tradizione, vengono considerati patrimonio culturale nazionale.
“Vitigno autoctono italiano” viene definito “il vitigno appartenente alla specie Vitis vinifera, di cui e’ dimostrata l’origine esclusiva in Italia e la cui presenza e’ rilevata in aree geografiche delimitate del territorio nazionale“, e tale definizione – o un suo sinonimo – potrà essere utilizzata soltanto per etichettatura e presentazione di specifici vini a DOCG, DOC e IGT, nell’ambito dei relativi disciplinari di produzione.
Meritevoli di intervento da parte dello Stato saranno anche i vigneti “eroici o storici”, così chiamati perché di particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale e perché capaci, date le specifiche condizioni, di conferire al prodotto caratteristiche uniche.
Oltre alla salvaguardia del vino e della vite, la legge intende favorire produttori ed operatori del settore mediante un importante snellimento burocratico ed una semplificazione dei sistemi di produzione, commercializzazione, denominazione di origine, indicazioni geografiche, menzioni tradizionali, etichettatura e presentazione, gestione, controlli e sistema sanzionatorio in ambito vitivinicolo. Presenti sono infatti semplificazioni a favore delle cantine di capacità inferiore a 100 hl, che saranno esentate dall’obbligo di trasmissione delle planimetrie all’Ispettorato Repressione Frodi, ed i produttori di vino fino a 1000 hl avranno ora a disposizione 90 giorni anziché 30 per la gestione dei sottoprodotti i vinificazione.
La legge 238 prevede inoltre l’istituzione di uno schedario viticolo per tutte le unità vitate, il quale servirà a rappresentare annualmente all’Europa il nostro potenziale produttivo interno.
In proposito merita ricordare che, secondo i dati forniti da Coldiretti, l’Italia è il primo produttore mondiale di vino con in media 47,5 milioni di ettolitri, ed è al secondo posto per volume e valore di vini esportati.
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