Nella giornata del gatto vogliamo dare uno sguardo ad un aspetto del diritto che, purtroppo, talvolta vede tristi protagonisti proprio i nostri piccoli felini.
Sempre più spesso accade che gli animali domestici siano accolti in casa divenendo inseparabili compagni ed amici di tutti i membri della famiglia. Nessun problema, dunque, fintanto che la coppia rimane unita…ma che succede in caso di separazione o di cessazione della convivenza?
La legge, per il momento, non dà alcuna risposta a questa pur frequente domanda.
Giace infatti ormai da anni in Senato un Disegno di Legge che vorrebbe colmare questo vuoto normativo introducendo nel nostro codice civile una disposizione per la quale, in mancanza di accordo tra le parti, l’affidamento verrebbe deciso dal Tribunale sentiti i familiari, i conviventi e, se necessario, anche un esperto comportamentale. Ciò sempre nell’ottica di preferire, tra tutte, la parte in grado di garantire all’animale la migliore sistemazione.
In assenza di una puntuale disciplina, la giurisprudenza oggi considera la gestione del convivente a 4 zampe questione di preliminare interesse per gli ex, ammettendo pertanto, nell’accordo relativo a cani e/o gatti, l’utilizzo di clausole generalmente utilizzate per l’affido, la collocazione ed il mantenimento dei figli minori.
Di particolare interesse in proposito il provvedimento con il quale recentemente il Tribunale di Como ha concesso l’omologa di un accordo predisposto dagli ex coniugi in ordine alle spese di mantenimento e di cura del cane di famiglia.
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