Secondo “Agenzia delle Entrate – Veneto” sarebbe tassabile l’indennizzo riconosciuto ai soci di “Popolare di Vicenza” e di “Veneto Banca”.
A seguito dell’enorme deprezzamento subito dalle azioni, nei primi mesi dell’anno i predetti istituti di credito decidevano di concedere un’indennizzo ai propri azionisti, chiedendo come contropartita la rinuncia ad ogni pretesa sugli investimenti.
Le due offerte di transazione venivano riservate a chi avesse acquistato le azioni tra il 2007 ed il 2016, e garantivano un indennizzo pari a 9,00 Euro per ogni azione della “Popolare di Vicenza”, ed al 15% del prezzo pagato per quelle di “Veneto Banca”. Tanto oltre ad alcune agevolazioni su determinati prodotti bancari.
Come riportato per primo dal quotidiano on line “VicenzaPiù”, i sottoscrittori della proposta, circa 120.000 azionisti, dopo essersi accontentati di una somma minima rispetto alla perdita subita ora rischiano anche di doverci pagare le tasse.
E’ questo quanto risulta dall’interpello reso da “Agenzia delle Entrate – Veneto” che, richiesto da un socio aderente, ha affermato la tassabilità a fini IRPEF degli importi ricevuti, da inserirsi nella prossima dichiarazione quali “redditi diversi derivanti da assunzioni di obblighi di fare, non fare o permettere“.
L’Agenzia non equipara dunque la situazioni veneta alla laziale che ha coinvolto, in passato, “Banca Etruria” e per la quale lo stesso Ente impositore aveva ritenuto non tassabile l’indennizzo ricevuto dagli obbligazionisti.
La ragione di questo (soltanto apparente) cambio di vedute è semplice: nel caso che da vicino ci riguarda l’indennizzo viene concesso come contropartita alla rinuncia ad ogni azione giudiziale, nell’altro come ristoro del pregiudizio subito.
In altre parole: non è tassabile la somma che venga erogata con l’esclusivo fine di reintegrare una perdita economica (come è nel caso “Etruria”), mentre lo è quella conseguente a transazione, e dunque quella imputata a corrispettivo di un “obbligo di non fare” (azione).
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