Quanto mi costa faticare!?

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Accantonato spumante e panettone, a inaugurare l’anno con questo interrogativo sono senz’altro i ciclisti amatori, spaventati da quella che è già stata provocatoriamente definita la “tassa del sudore”.

Ma bisogna davvero pagarla?

Innanzitutto è bene chiarire che niente deve pagare chi la bici la usa solo per andare a passeggio.

Altrettanto sereni possono poi stare i tesserati ACSI e UISP, enti con i quali la Federciclismo ha appena stipulato una convenzione, a validità 3 anni, che permetterà ai rispettivi atleti di partecipare alle gare organizzate da ciascuna delle tre associazioni con le modalità tradizionali.

Sono dunque i soli tesserati con altri enti sportivi autorizzati CONI che, per partecipare a queste stesse competizioni, dovranno munirsi di una “bike card” del costo di 25 €. Inoltre gli enti di loro appartenenza dovranno consentire ai tesserati ACSI, FCI e UISP l’accesso alle proprie manifestazioni.

Stando a Federciclismo, quanto raccolto sarà interamente reinvestito nella giustizia sportiva e per la creazione di servizi a vantaggio del mondo amatoriale e del settore giovanile.

Lamenta infatti la FCI che troppi enti sembrano rendersi “interessanti” attraverso uno sconto sul costo di tesseramento che però finirebbe per limitare l’attenzione sulle coperture assicurative e/o sulle regole di organizzazione delle manifestazioni.

Stando a quanto riportato, sarebbe dunque la volontà di incentivare una maggior prudenza e diligenza negli enti “minori” a motivare l’introduzione della nuova tessera da affiancare a quella associativa, e chi non la volesse pagare può sempre associarsi a FCI, ACSI, o UISP.

Ad ogni modo è bene ricordare che la bike card non entrerà in vigore prima della fine del mese di gennaio, potendo per il momento tutti gli atleti partecipare a tutte le competizioni.

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