Al vaglio del Senato la proposta di riforma per combattere l’omotransfobia.

bandiera arcobaleno

E’ del 2 maggio 2018 il disegno di legge di cui ultimamente spesso si discute e che ha già superato il vaglio della Camera.

Parliamo del cosiddetto DDL Zan, dichiaratamente teso a combattere omofobia e transfobia.

Come si legge nella relazione espositiva, l’intervento di riforma proposto dal deputato del PD mira infatti a sanzionare tutte quelle condotte “dettate da intento persecutorio nei confronti di persone omosessuali o transessuali, proprio in dipendenza del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere“. Condotte queste che, secondo i promotori dell’intervento di riforma, non sarebbero al momento sanzionate da nessuna norma nazionale con conseguente esposizione del nostro Paese al rischio di condanne da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.

Oltre a queste si vogliono punire anche tutte quelle spinte da preconcetti/discriminazioni legati alla disabilità.

Ma cosa prevede in concreto la proposta?

E’ presto detto.

Nel nostro ordinamento risultano già punite come autonome fattispecie di reato le seguenti condotte:

– propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico (punita con la reclusione fino a un anno e 6 mesi o con la multa fino a € 6.000);

– istigazione a commettere violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi raziali, etnici, nazionali o religiosi (punita con la reclusione da 6 mesi a 4 anni);

– atti di violenza o di provocazione alla violenza per motivi raziali, etnici, nazionali o religiosi (punita con la reclusione da 6 mesi a 4 anni);

– organizzazione/associazione per scopi di incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi raziali, etnici, nazionali o religiosi (punita con la reclusione da 1 a 6 anni);

– partecipazione alle predette organizzazioni (punita con la reclusione da 6 mesi a 4 anni).

Il DDL Zan vorrebbe dunque che ciascuna di queste venisse al pari punita anche se motivata da pregiudizi/discriminazioni legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alla disabilità.

Inoltre, la proposta riforma vorrebbe incidere anche la circostanza aggravante prevista dall’art. 604 ter c.p. che oggi dispone l’aumento fino alla metà della pena inflitta per un reato commesso “per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, raiale o religioso, ovvero al fine di agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i loro scopi le medesime finalità“. Anche in questo caso la proposta di legge prevede lo stesso aggravio anche per la pena correlata ai reati commessi “per motivi fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere“.

Ad ogni modo l’art. 4 del DDL espressamente prevede che “sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti“.

Inoltre viene proposta l’istituzione per il 17 maggio della giornata nazionale contro contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia. Il 17 maggio ’90 veniva infatti rimossa l’omossessualità dalla lista delle malattie mentali.

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