Per frequentare l’asilo bisogna rispettare la normativa anti-covid. Anche a casa.

La vicenda interessa due bimbi del modenese ai quali, lo scorso maggio, veniva impedito di frequentare rispettivamente asilo nido e scuola materna in ragione di una violazione contestata dalla polizia municipale ai loro genitori

Questi, infatti, venivano più volte sanzionati per non aver rispettato le disposizioni “anti-covid” e in particolare per non aver indossato la mascherina al parco e per non aver rispettato le distanze di sicurezza, anche all’aperto.

La scuola, considerando la condotta “pericolosa”,  aveva pertanto ritenuto violato quel “patto di responsabilità reciproca” che era stato espressamente sottoscritto fra direttrice, educatrici, collaboratrici scolastiche e genitori, ad impegno di questi ultimi di adottare comportamenti di massima precauzione circa il rischio di contagio anche nei tempi e nei luoghi della giornata in cui il figlio non fosse stato a scuola.

Ne conseguiva l’esclusione dei bambini dalle rispettive classi.

Impugnavano i provvedimenti comunali i genitori, chiedendone l’annullamento e – fino a sentenza – la sospensione.

Si pronunciava il TAR di Bologna, rigettando lo scorso 28 settembre l’istanza di sospensione.

Secondo il Tribunale, infatti, non vi sarebbero allo stato né una sufficiente “probabilità” di vittoria dei ricorrenti (i quali, per i giudici, avrebbero consapevolmente violato un “patto” ancorato alla tutela di valori costituzionali fondamentali e inderogabili, in primis quello alla salute) né il pericolo di un grave danno ai bambini, pur impossibilitati a frequentare la loro scuola (veniva loro assicurata la disponibilità ad una “collocazione alternativa”), prevalendo rispetto all’interesse dei singoli alunni quello pubblico al contenimento del contagio.

Rimaniamo dunque in attesa di sapere cosa deciderà, nel merito, la giustizia amministrativa.

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