Il parcheggiatore abusivo insistente commette estorsione.
A chiarirlo è stata recentemente la Suprema Corte che, con la pronuncia n. 30365, ha individuato nella “se non mi dai i soldi che ti ho chiesto ti rompo la macchina” una minaccia.
Vittima un coraggioso automobilista che, anziché consegnare il denaro al parcheggiatore, si recava dritto dai Carabinieri a denunciare il fatto.
Ne seguiva un procedimento penale con condanna del furbetto al pagamento di 2.000 Euro oltre a tutte le spese legali.
L’interessante pronuncia chiarisce dunque che sostanzia minaccia qualsiasi frase astrattamente idonea a intimorire il soggetto a cui è rivolta, non essendo invece necessario che l’intimidazione abbia un risvolto concreto e che dunque effettivamente intimorisca il “minacciato”.
Nel caso in esame, la condanna veniva pronunciata ai sensi dall’art. 629 c.p. per estorsione tentata, posto che di fatto il parcheggiatore molesto, con la sua condotta, non riusciva a spillare al malcapitato nemmeno un euro.
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