Il 14 giugno 2016 è stata approvata in via definitiva la cosiddetta “legge sul dopo di noi”, finalizzata ad assicurare indipendenza, sostegno ed assistenza ai soggetti affetti da grave disabilità anche dopo la morte dei familiari.
Tale novella prevede la creazione, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di un fondo (di 90.000.000 € per il 2016, di 38.300.000 € per il 2017 e di 56.100.000 € per il 2018) alimentato da regioni, enti locali, enti del terzo settore, famiglie che si associano, soggetti di diritto privato, il quale sarà gestito assieme alle organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità.
Lo scopo di tale accantonamento vuol essere quella di soddisfare le esigenze di coloro che, affetti da disabilità grave, siano privi di sostegno familiare ed in possesso dei requisiti stabiliti di concerto dal predetto Ministero e da quelli di economia e finanze e della salute. In particolare il denaro stanziato sarà finalizzato a garantire a detti soggetti deboli adeguate misure di assistenza, cura e protezione, anche in abitazione. Ad occuparsi dell’erogazione dei finanziamenti ed a controllarne l’effettiva finalizzazione dovranno essere le Regioni.
La legge n. 112/2016 prevede inoltre agevolazioni per privati, enti ed associazioni che decidano di mettere le proprie risorse a tutela dei disabili attraverso sottoscrizione di polizze assicurative, trasferimenti di beni dopo la morte, costituzione di trust o ricorso ad altri ed ulteriori strumenti di protezione.
Sempre in tema di diritti dei disabili merita inoltre ricordare che nel 2014 veniva proposto da alcuni senatori (tra cui la Cirinnà, nota per la regolazione delle unioni civili) l’ancora giacente d.d.l. 1142/14, recante disposizioni in materia di sessualità assistita per persone con disabilità. Detto progetto è finalizzato all’introduzione, anche nel nostro Paese, di una categoria di operatori professionali – definiti “assistenti sessuali” – in grado, a seguito di un adeguato percorso formativo di tipo psicologico, sessuologico e medico, di “aiutare le persone con disabilità fisico-motoria e/o psichico/cognitiva a vivere un’esperienza erotica, sensuale o sessuale e a indirizzare al meglio le proprie energie interne spesso scaricate in modo disfunzionale in sentimenti di rabbia e aggressività”. Tale figura, seppur certamente poco conosciuta, è ad oggi già presente, a livello europeo, in Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Svizzera e Austria.
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