Dopo la definitiva approvazione del Senato, martedì scorso è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 166/16, provvedimento “antisprechi” che, sulla scia di EXPO e della “Carta di Milano”, mira a limitare l’inutile dissipamento di generi alimentari incentivando il recupero e la trasformazione dei prodotti non consumati.

rifiuti

Secondo la FAO, lo spreco di cibo annuo ammonta a 1,3 milioni di tonnellate a livello globale e a 147 kg per ogni cittadino italiano, conseguendone non solo una carenza di solidarietà verso i più bisognosi, ma un anche il danno ambientale dovuto all’eccessivo smaltimento di rifiuti ed alla produzione di merci destinate a diventare tali.

Tali dati, a dire unanime dell’Europa, sono inaccettabili.

Per questo anche l’Italia ha scelto di disciplinare, con legge che entrerà in vigore il prossimo 14 settembre, la cessione gratuita di beni alimentari, farmaceutici o di altra utilità sociale, prevedendo che i prodotti ormai inutilizzabili dall’uomo possano essere destinati al consumo animale, al compost agricolo, o alla produzione di biogas.

Tutto ciò in conformità con le normative in materia sanitaria ed ai requisiti di igiene e sicurezza del prodotto.

La donazione dovrà avvenire per il tramite di associazioni pubbliche o private senza scopo di lucro, le quali si occuperanno  di favorire innanzitutto le persone indigenti.

Potranno essere ceduti alimenti in eccedenza, con etichetta irregolare (purché non si tratti di difetto informativo sulla data di scadenza o sulla composizione del prodotto) o che abbiano superato il “termine minimo di conservazione” e non quello di scadenza.

Anche la cessione di prodotti agricoli o di allevamento è consentita, venendo affidate le relative operazioni di raccolta o ritiro alla competenza e responsabilità delle associazioni riceventi.

E’ inoltre ammessa la donazione di prodotti di panificazione finiti il giorno precedente che non necessitino di condizionamento termico, e di beni alimentari oggetto di confisca.

In tali operazioni saranno i donanti, e dunque gli operatori del settore alimentare, a dover organizzare una modalità di cessione tale da garantire il mantenimento, da parte dei prodotti, degli adeguati requisiti igienico-sanitari. Ne consegue che, in caso di donazione, sarà bene per il donante:

a) separare con adeguata indicazione i cibi adatti al consumo umano dagli altri, così garantendone la non contaminazione;

b) adottare adeguati piani di autocontrollo indicanti le procedure di selezione, identificazione, stoccaggio e conservazione dei prodotti alimentari invenduti;

c) individuare e formare fra il proprio personale soggetti incaricati della selezione dei prodotti alimentari invenduti atti al consumo umano.

Di contro a tali costi ed oneri, i produttori e distributori che scelgano di donare godranno, a decorrere dall’anno 2017, di agevolazioni di carattere fiscale e tributario.

Nell’intento di combattere il problema degli sprechi, la nuova legge prevede inoltre l’avvio di una vasta campagna di sensibilizzazione finalizzata all’educazione del nostro Paese a porre in essere ogni misura necessaria a contrastare tale fenomeno. Ciò anche partendo dalla semplice dotazione, da parte dei ristoratori, di contenitori riciclabili che consentano ai clienti l’asporto dei propri avanzi di cibo.

Ogni contenuto, riferendosi a fattispecie generali, non può ritenersi in alcun modo sostitutivo del contributo di un professionista. Qualora necessitaste di una consulenza specifica Vi invitiamo pertanto a contattarci utilizzando l’apposita area dedicata.