Ieri la Corte Costituzionale, dopo mesi di attesa, si è pronunciata sull'”Italicum“.

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Come noto, sono 5 i Tribunali ad aver sollevato questioni di legittimità su diversi profili della legge che, dal 2015, intende disciplinare le modalità di elezione dei deputati. A destare perplessità in particolare i nuovi meccanismi di maggioranza, di ballottaggio, di traslazione di voti tra circoscrizioni, nonché la possibilità di multicandidature ed il blocco dei capilista.

Ma andiamo con ordine richiamando, in attesa delle motivazioni, alcuni passaggi fondamentali della sentenza.

Chiamata a valutare l’ammissibilità di un premio di maggioranza ridisegnato per essere attribuito alla sola forza politica ricevente in primo turno il 40% dei voti, ovvero alla vittoriosa fra le due andate al ballottaggio, la Corte ha fatto cadere la sua scure sul sistema.

Incostituzionale è stata infatti ritenuta l’obbligatorietà di ballottaggio fra le due liste maggiormente votate in assenza del raggiungimento della soglia del 40% in primo turno, meccanismo questo che, nel concreto, avrebbe permesso ad una forza politica non realmente rappresentativa del Paese di detenere ben 340 seggi su 630. A seguito dell’intervento della Corte invece, in assenza di assegnazione del premio di maggioranza, anche alla Camera i seggi saranno distribuiti su base proporzionale.

In seconda battuta, ad essere rivista è stata anche la possibilità di presentare più candidature in diverse circoscrizioni (fino a 10). A dire della Corte, seppur tale facoltà sia ammissibile, colui che venga eletto in più aree non potrà volontariamente scegliere nell’ambito di quale insediarsi, diversamente legittimandosi un meccanismo di controllo da parte delle forze politiche sull’attribuzione dei seggi, i quali potrebbero infatti essere dalle stesse traghettati verso determinati “primi non eletti”. Ne consegue che, in caso di elezione dello stesso soggetto in più circoscrizioni, dovrà procedersi per sorteggio.

Queste dunque le prime importanti determinazioni dei giudici costituzionali che, con una pronuncia suscettibile di immediata applicazione, modificano radicalmente il sistema di stampo maggioritario ispiratore dell'”Italicum“.

Ciò che a questo punto resta davvero da capire è se, forti finalmente di una regolamentazione di certa costituzionalità, gli italiani saranno presto chiamati alle urne per manifestare il proprio voto.

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